Adamo ed Eva : mito o fatto storico ?

Definizione di mito

“ IMMAGINE IDEALIZZATA DI UN FATTO O DI UN PERSONAGGIO”
Spesso c’è un nucleo di verità nel mito, un fatto storico, un personaggio o un avvenimento reale che è stato successivamente esagerato o trasfigurato, dando vita al mito stesso. 

Antichi miti

Sono molti i miti che parlano della creazione.
Uno di questi è narrato da Esiodo poeta greco nella sua Teogonia nell’VIII secolo a.E.V.
A tal proposito riporto le parole di uno studioso, Jasper Griffin, contenute in in The Oxford History of the Classical World: 

“Esiodo narra la storia, conosciuta da Omero, del succedersi delle divinità del cielo. All’inizio Urano era il supremo, ma egli confinò [nel Tartaro] i suoi figli. Uno di questi, Crono, su istigazione di Gaia lo evirò. Crono a sua volta divorò i suoi stessi figli, finché sua moglie Rea gli diede da mangiare una pietra al posto di Zeus; il piccolo Zeus fu allevato a Creta e, cresciuto, costrinse suo padre a vomitare i suoi fratelli, insieme ai quali, e con l’aiuto di altri, sconfisse Crono e i suoi Titani e li fece precipitare nel Tartaro”.

Secondo Griffin i miti che raccolse Esiodo traevano origine dalle antiche Mesopotamia e Babilonia.

Un altro mito relativo alla creazione proviene dall’antica Cina.Anthony Christie professore d’arte orientale lo descrive come segue : 

“..il Caos era simile a un uovo di gallina. Non esistevano né il Cielo né la Terra. Da quell’uovo nacque P’an-ku, mentre dagli elementi pesanti d’esso prese forma la Terra e da quelli leggeri il Cielo. P’an-ku è raffigurato come un nano, vestito di una pelle d’orso o di un mantello di foglie. Per 18.000 anni la distanza fra la Terra e il Cielo crebbe ogni giorno di dieci piedi, e P’an-ku cresceva allo stesso ritmo di modo che il suo corpo colmava quella distanza. Quando egli morì, il suo corpo smembrato si trasformò in vari elementi naturali. . . . Le pulci del suo corpo divennero la razza umana”.

Una mito incaico del Sudamerica narra di un creatore mitico dotò ciascuna nazione del linguaggio:

“Egli diede a ogni nazione la lingua che doveva parlare . . . Egli diede vita e anima a ciascuna come pure agli uomini e alle donne e comandò ad ogni nazione di calarsi sotto la terra. Perciò ogni nazione attraversò il sottosuolo e venne fuori nei luoghi cui egli li aveva destinati”. (The Fables and Rites of the Yncas, di Cristóbal de Molina, Cuzco, citato in South American Mythology)

Questi sono solo tre dei tanti miti del passato relativi alla creazione.

Secondo alcuni anche Mosè , benchè ispirato da Dio , nel 1513 A.E.V quando scrisse il libro di Genesi narrando gli avvenimenti relativi alla creazione e alla caduta nel peccato scrisse in realtà un mito trasfigurando o esagerando i contenuti relativi a fatti,persone,tempi e luoghi.

Cosa rivelano le scritture ?

L’apostolo Pietro in 2 Pietro 1:16 disse :

 “No, non seguendo false storie inventate artificiosamente”, o, come dice La Bibbia Concordata, con “miti abilmente escogitati”; al contrario, “essendo divenuti testimoni oculari della sua magnificenza”.

Pietro si stava riferendo alla trasfigurazione di Cristo , avvenimento a cui aveva personalmente assistito 32 anni prima e che costituiva un solido fondamento per la fede.
Dopo aver fatto riferimento alla trasfigurazione come a un fatto reale e degno di fede Pietro citò alcuni avvenimenti tratti dal libro di Genesi .
Riporto le sue parole tratte da 2 Pietro 2:4-10;3:5:

Certamente, se Dio non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono, ma, gettandoli nel Tartaro, li consegnò a fosse di dense tenebre per essere riservati al giudizio;  e non si trattenne dal punire il mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi;  e riducendo le città di Sodoma e Gomorra in cenere le condannò, ponendo per gli empi un modello di cose avvenire; e liberò il giusto Lot, che era grandemente afflitto dalla condotta dissoluta delle persone che sfidavano la legge —  poiché quel giusto, a causa di ciò che vedeva e udiva mentre dimorava fra loro, si tormentava di giorno in giorno l’anima giusta a causa delle loro opere illegali —  Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova, ma riservare gli ingiusti al giorno del giudizio perché siano stroncati,  specialmente, comunque, quelli che vanno dietro alla carne col desiderio di contaminar[la] e che disprezzano la signoria. Poiché, secondo il loro desiderio, sfugge alla loro attenzione questo fatto, che dai tempi antichi vi erano i cieli e una terra situata solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio; 6 e mediante tali [mezzi] il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua.  Ma mediante la stessa parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi.

Da queste parole si evince che Pietro considerava i racconti relativi al peccato degli angeli ribelli , al diluvio e alla distruzione di Sodoma e Gomorra , contenuti tutti in Genesi come narrazioni veritiere tali da costituire un modello di cose avvenire.Questo è significativo se si tiene conto del fatto che anche il racconto del diluvio e degli avvenimenti antidiluviani contenuto in Genesi viene definito un mito dai critici moderni. Eppure la storia di Noè fu accettata e creduta non solo da Pietro ma anche da altri uomini fedeli quali Isaia, Ezechiele, Gesù Cristo e Paolo ed è anche avvalorata dal fatto che si riflette in varie mitologie di ogni parte del mondo, fra cui l’antica Epopea di Gilgamesh come pure i miti della Cina e quelli degli aztechi, degli incas e dei maya. 

I racconti relativi alla creazione e ad Adamo ed Eva che troviamo in Genesi 1 e 2 fanno eccezione?

Opinioni nel mondo cattolico

E’ comune nel mondo dell’erudizione cattolica considerare questi racconti come dei miti 
Per esempio, in una nota su Genesi 2:17, La Bibbia di Gerusalemme fa questo commento sul significato del prendere il frutto proibito:

“…Questa rivolta si è espressa concretamente con la trasgressione di un precetto posto da Dio e qui rappresentato sotto l’immagine del frutto proibito”. 

E’ evidente che qui , parlandone come di un “immagine” ,si sta negando che un letterale frutto sia realmente esistito .

A questo proposito la New Catholic Encyclopedia (1967) si esprime in questi termini: 

“È evidente che i racconti di Genesi circa la creazione del mondo e dell’uomo, l’Eden e la Caduta, ecc., non sono effettivamente storici nel senso comune del termine..La Bibbia, come opera letteraria, ha una tradizione che include il mito come genere letterario, e non rifiuta modelli mitici di altre civiltà”.

Personaggi reali?

Gesù Cristo si riferì al racconto della creazione riportato in Genesi per sottolineare il carattere divino dell’istituzione matrimoniale . Egli disse:

“Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”. — Matteo 19:4-6, Ge; Genesi 1:27; 2:24.

Se i contenuti di Genesi fossero stati allegorici o mitologici non avrebbe avuto molto senso farvi riferimento come a una base valida per sottolineare la solidità del vincolo coniugale .

Riguardo alla storicità di Adamo in Luca 3:23-38 si legge:

“Gesù . . . figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattat, . . . figlio di Davide, figlio di Iesse, . . . figlio di Abraamo, . . . figlio di Sem, figlio di Noè, . . . figlio di Adamo, figlio di Dio”. — Luca 3:23-38.

(In quale punto dell’elenco degli antenati di Gesù riportato da Luca si passa da un personaggio mitico a un personaggio reale? Chi è il primo uomo vero della lista, se non è Adamo?)

ancora…

“Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo . . . così la morte si estese a tutti gli uomini”. “La morte regnò da Adamo fino a Mosè”. — Romani 5:12, 14.

(Se Adamo fu “l’umanità primordiale”, l’apostolo Paolo non avrebbe dovuto parlare di “vari uomini” invece che di “un solo uomo”? E se Adamo è un personaggio immaginario, che dire di Mosè? Nessuno dubita che sia esistito.)

Inoltre….

“Il settimo uomo nella discendenza da Adamo, Enoc, pure profetizzò riguardo [ai malvagi]”. — Giuda 14.
 
(Se Adamo non fu un personaggio reale, che dire di Enoc? E se Enoc non fu un personaggio reale, come avrebbe potuto essere il settimo nella linea di discendenza di un Adamo immaginario?)

Paolo in II Corinti 11:3 disse :

“Ma temo che in qualche modo, come il serpente con la sua astuzia sedusse Eva, le vostre menti siano corrotte [e distolte] dalla sincerità e dalla castità che son dovute al Cristo”

Questo avvertimento non avrebbe senso se Adamo ed Eva non fossero realmente esistiti , se Eva non fosse stata sedotta e se non fosse effettivamente stato presente un serpente

In 1 timoteo 2:13,14 si legge:

“Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva. E Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione.”

Capisco che puo' essere difficile accettare un racconto che contiene particolari che sono riscontrabili anche nelle favole odierne . 
Ma perché escludere che le cose possano essere andate effettivamente come sono scritte anche se non sono descritte nei particolari?

Un serpente reale ?
 
E’così impossibile immaginare che un essere spirituale possa essersi servito di un serpente reale per parlare ad Eva proprio come un ventriloquo fa con un pupazzo? Se Satana non può aver utilizzato un serpente per parlare ad Eva allora anche il racconto relativo all’asina di Balaam che gli parlò per scongiurare la folle condotta del profeta riportato nel libro biblico di Numeri è un racconto mitologico. Eppure gli apostoli Pietro e Giuda consideravano questo racconto come un fatto reale nel quale era evidente un intervento angelico a difesa del popolo di Dio . 
Ecco le loro parole :

(Giuda 11) Guai a loro, perché sono andati nel sentiero di Caino, e si sono precipitati per un compenso nell’errore di Balaam, e sono periti nel discorso ribelle di Cora!

(2 Pietro 2:15, 16) Abbandonando il sentiero diritto, sono stati sviati. Hanno seguito il sentiero di Balaam, [figlio] di Beor, che amò il compenso dell’ingiustizia, 16 ma ricevette una riprensione per la propria violazione di ciò che era giusto. Una bestia da soma senza voce, esprimendosi con voce umana, impedì la folle condotta del profeta.

Un frutto reale ?

E’ troppo puerile l’idea che il peccato di Eva consistè effettivamente nel mangiare realmente un frutto? Era una maniera fanciullesca d’illustrare qualche cosa di assai più grande proibito da Dio? La narrazione biblica non provvede nessuna base per questa conclusione. Come indica il racconto , ad Adamo fu permesso di ‘mangiare di ogni albero del giardino’ e ‘a sazietà’. Se “l’albero della conoscenza del bene e del male” non fosse stato un albero vero con dei frutti reali, che cos’erano gli altri alberi del giardino? Non c’è nessuna ragione per credere che fossero qualcosa di diverso da alberi letterali.
 
Genesi 2:9 dice:

“Geova Dio fece crescere dalla terra ogni albero desiderabile a vedersi e buono da cibo e anche l’albero della vita nel mezzo del giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male”. 

Tutti gli alberi, compreso quello della conoscenza del bene e del male erano evidentemente reali e crescevano letteralmente dal suolo. 

Conclusione

Mentre il racconto di Genesi può sembrare molto semplice, ciò che dice ha un profondo significato: Il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non era velenoso o cattivo in sé , né aveva delle particolari proprietà.
La bibbia lo definisce semplicemente : “buono come cibo”. La proibizione di Dio relativa al mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male rappresentava il suo diritto di determinare o stabilire le norme del bene e del male e dava enfasi al fatto che l’uomo e la vita che possedeva dipendevano giustamente da Dio quale suo Sovrano. . Con la loro ubbidienza il primo uomo e la prima donna avrebbero potuto dimostrare che rispettavano il diritto divino di far conoscere loro ciò che era “buono” (divinamente approvato) e ciò che era “cattivo” (divinamente condannato). 
La disubbidienza da parte loro avrebbe significato la ribellione contro la sovranità di Dio. Questo intendimento delle cose è riconosciuto in una nota in calce della moderna traduzione cattolica nota come The Jerusalem Bible: 

“Il primo peccato fu un attacco alla sovranità di Dio, un peccato d’orgoglio”.

Con tutto ciò non abbiamo nessun motivo di ritenere che l’albero non era un albero e che il frutto non era un frutto.

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IL RACCONTO DELLA CREAZIONE

Anche il racconto di Genesi sulla creazione viene considerato un mito. Vediamo se anche questo racconto lo possiamo considerare un fatto storico , riconoscendo ovviamente che la narrazione di qualcosa così scientificamente incomprensibile per noi doveva per forza di cose esserci tramandata in un linguaggio semplice e comprensibile a tutti ma non necessariamente non veritiero. Infatti il racconto di Genesi non fu scritto per spiegare il “meccanismo” della creazione. Piuttosto, tratta in maniera progressiva gli avvenimenti principali, descrivendo cosa fu formato e in che ordine come pure in quale intervallo di tempo — o “giorno” — una determinata cosa apparve per la prima volta.

Giorno

Molti pensano che la parola “giorno” usata nel primo capitolo di Genesi si riferisca a un giorno di 24 ore e forse questo è uno dei presupposti che li porta a considerare mitologico il racconto sulla creazione contenuto in questo libro. 
Ma se esaminiamo attentamente l’uso che viene fatto della parola giorno in Genesi ci accorgiamo che non si può restringere il significato di questa parola a quello che comunemente le attribuiamo noi , cioè un periodo di tempo di 24 ore. Ad esempio in Genesi 1:5 vien detto che Dio stesso divise il giorno in un periodo di tempo più corto, chiamando “Giorno” il solo periodo di luce.
Se , inoltre , leggiamo Genesi 2:4 capiamo che si fa riferimento a tutti i periodi creativi come a un solo “giorno” :

“Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo in cui furono creati, nel giorno [tutt’e sei i periodi creativi] che Geova Dio fece la terra e il cielo”.

Il termine ebraico yohm, tradotto “giorno”, può riferirsi a periodi di tempo diversi. Fra i possibili significati l’Old Testament Word Studies di William Wilson include i seguenti: 

"Giorno; termine generalmente usato in riferimento al tempo in generale, o a un lungo periodo di tempo; un intero periodo oggetto di studio . . . Giorno è anche usato per una particolare stagione o tempo in cui si verificano avvenimenti straordinari”.

Quest’ultima definizione sembra adattarsi ai “giorni” creativi, perché furono senz’altro periodi in cui, come descritto, si verificarono avvenimenti straordinari. Può anche abbracciare periodi molto più lunghi di 24 ore.
Il primo capitolo di Genesi usa le espressioni “sera” e “mattina” con riferimento ai periodi creativi. Ma anche questo non indica necessariamente che fossero giorni di 24 ore.

In certe lingue spesso ci si riferisce all’arco di vita di una persona come al suo “giorno”. Si usano espressioni come “al giorno di mio padre” o “al giorno di Shakespeare”. Questo “giorno” o arco di vita può essere suddiviso in periodi più brevi. Anche nella nostra lingua sono infatti in uso espressioni metaforiche come “l’alba del secolo” o “il crepuscolo della vita”. Perciò l’uso dell’espressione ‘sera e mattina’ nel capitolo uno di Genesi non limita il significato della parola “giorno” a un letterale periodo di 24 ore. 

“Giorno”, nella Bibbia, può includere estate e inverno, il passar delle stagioni come indica Zaccaria 14:8: 

“E deve avvenire in quel giorno [che] acque vive usciranno da Gerusalemme, metà di esse verso il mare orientale e metà di esse verso il mare occidentale. Avverrà d’estate e d’inverno.”

Il “giorno della mietitura” dura molti giorni: 

“Proprio come il fresco della neve nel giorno della mietitura è l’inviato fedele per quelli che lo mandano, poiché ristora la medesima anima dei suoi padroni.” (Proverbi 25:13)

Mille anni sono paragonati a un giorno:

(Salmo 90:4) “Poiché mille anni sono ai tuoi occhi come ieri quando è passato, E come una veglia durante la notte”.

(2 Pietro 3:8) “Comunque, non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che un giorno è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno."

(2 Pietro 3:10) “Tuttavia il giorno di Geova verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte.”

Sembrerebbe ragionevole quindi ,che, in modo analogo, i “giorni” di Genesi possano aver abbracciato lunghi periodi di tempo, millenni. 

Un racconto scientifico ?

Nell’esaminare il racconto della creazione è bene tenere presente che gli avvenimenti sono descritti dal punto di vista di chi sta sulla terra , cioè ,  come sarebbero apparsi ad osservatori umani se ve ne fossero stati. 

Lo si può notare da come sono esposti gli avvenimenti del quarto “giorno” di Genesi :

Il sole e la luna vi sono descritti come grandi luminari, in paragone alle stelle. Eppure molte stelle sono assai più grandi del nostro sole, e in paragone ad esse la nostra luna è insignificante. Ma questo non vale per chi li osserva dalla terra. Visti dalla terra, il sole appare come un ‘astro maggiore che domina il giorno’ e la luna come un ‘astro minore che domina la notte’. — Genesi 1:14-18.

La terra

La prima parte di Genesi indica che la terra poteva esistere già da miliardi di anni prima che iniziasse il primo “giorno” di Genesi, anche se non specifica da quanto. Descrive, comunque ,qual era l’aspetto della terra prima che iniziasse quel “giorno”:
 
“Or la terra era informe e vacua e c’erano tenebre sulla superficie delle ondeggianti acque; e la forza attiva di Dio si muoveva sulla superficie delle acque”. — Genesi 1:2.

Le specie

Genesi fa menzione delle principali categorie di piante e animali, con le loro molte varietà, che si riproducono soltanto “secondo le loro specie”. La documentazione fossile conferma l’improvvisa comparsa di ciascuna“specie”senza effettive forme di transizione che la colleghino a qualche “specie” precedente.

Stadi creativi , probabilistica e ispirazione

Tutta la conoscenza dei saggi d’Egitto non poté fornire a Mosè, lo scrittore di Genesi, alcun indizio sul processo creativo e sull’ esatta sequenza degli stadi creativi.Quindi o li avrebbe dovuto indovinare a caso o il Creatore o chi per lui avrebbe dovuto informarlo sulla corretta sequenza.


Il calcolo delle probabilità fornisce una sorprendente prova che il racconto della creazione in Genesi deve aver avuto origine da una fonte che conosceva gli avvenimenti.
 
Il racconto elenca dieci stadi creativi principali, in questo ordine:

(1) un principio

(2) una terra primordiale e tenebrosa avvolta da
      fitte nubi di gas e acqua

(3) la luce

(4) una distesa o atmosfera

(5) ampie superfici asciutte

(6) piante terrestri

(7) visibilità del sole, della luna e delle stelle nella distesa e inizio delle stagioni

(8) mostri marini e creature volatili

(9) animali selvatici e domestici, mammiferi; 

(10) l’uomo.

La scienza di oggi è d’accordo sul fatto che i suddetti stadi si siano succeduti in quest’ordine generale. Che probabilità ci sono che lo scrittore di Genesi indovinasse quest’ordine per caso?  Le stesse di estrarre a caso da una scatola i numeri da 1 a 10 in ordine consecutivo. Le probabilità di riuscirci al primo tentativo sono una su 3.628.800 .Non è quindi realistico pensare che lo scrittore di Genesi abbia elencato per caso nel giusto ordine gli avvenimenti summenzionati, senza essere stato in qualche modo informato sui fatti.

Tutta questa correttezza e armonia scientifica depone a favore della tesi che Mosè stesse scrivendo fatti reali supportati dalla scienza seppur descritti in linee molto generali, ma non miti, sebbene a quel tempo si soleva evidenziare delle verità di fondo in chiave mitologica.