La donna è inferiore all'uomo ?



La Bibbia presenta la donna inferiore all’uomo?


No. Genesi 1:27 dice: “Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”. Quindi sin dal principio gli esseri umani — sia di sesso maschile che femminile — furono creati con la capacità di riflettere leda qualità di Dio. Anche se avevano caratteristiche fisiche ed emotive diverse, Adamo ed Eva ricevettero entrambi lo stesso incarico; inoltre godevano degli stessi diritti dinanzi al Creatore. — Genesi 1:28-31.


Prima di creare Eva, Dio dichiarò: “Non è bene che l’uomo stia solo. Gli farò un aiuto, come suo complemento”. (Genesi 2:18) La parola “complemento” sottintende forse che la donna fosse inferiore all’uomo? No, perché il termine ebraico qui usato può essere reso anche “uno che gli stia di fronte” o “un aiuto che gli corrisponda”. Pensate ai ruoli complementari ricoperti da un chirurgo e un anestesista durante un intervento chirurgico. L’uno può fare a meno dell’altro? Difficilmente. Si può dire che il chirurgo sia più importante perché è lui ad eseguire materialmente l’intervento? Non sarebbe corretto. Allo stesso modo Dio creò l’uomo e la donna perché collaborassero strettamente e non perché fossero in competizione. — Genesi 2:24.


Cosa dimostra che Dio si preoccupa delle donne?


Prevedendo ciò che gli esseri umani peccatori avrebbero fatto, Dio espresse prontamente la sua intenzione di proteggere le donne. Riferendosi alla Legge mosaica, promulgata nel XVI secolo a.E.V. (ovvero a.C.), la scrittrice Laure Aynard osserva in un suo libro: “In genere quando la Legge del Patto menziona la donna è per difenderla”. — La Bible au féminin.


La Legge comandava ad esempio di onorare e rispettare sia il padre che la madre. (Esodo 20:12; 21:15, 17) Richiedeva inoltre che si mostrasse la dovuta considerazione alle donne incinte. (Esodo 21:22) Ancora oggi è evidente il contrasto tra la tutela garantita da quelle leggi di Dio e il mancato riconoscimento giuridico dei diritti della donna in molte parti del mondo. Ma il fatto che Dio si interessi delle donne si comprende anche da qualcos’altro.


Una Legge che riflette il pensiero di Dio sulla donna


La Legge che Dio diede alla nazione di Israele recò enormi benefìci dal punto di vista fisico, morale e spirituale sia agli uomini che alle donne. Quando il popolo ascoltava e ubbidiva, la nazione veniva a trovarsi “al di sopra di tutte le altre nazioni della terra”. (Deuteronomio 28:1, 2) Qual era la posizione della donna sotto la Legge? Notate quello che le veniva garantito:


1. Libertà individuale. A differenza delle donne di molte altre nazioni antiche, la donna israelita godeva di una notevole libertà. Anche se il marito aveva il ruolo di capofamiglia, la moglie, con il suo pieno appoggio, poteva ‘considerare un campo e ottenerlo’ e ‘piantare una vigna’. Se sapeva filare e tessere, poteva anche gestire un’attività. (Proverbi 31:11, 16-19) Sotto la Legge mosaica la donna era vista come un individuo con i propri diritti e non come una semplice appendice dell’uomo.


Nell’antico Israele la donna era anche libera di stringere una relazione personale con Dio. La Bibbia parla di Anna, che in preghiera espose a Dio un suo problema e gli fece un voto. (1 Samuele 1:11, 24-28) Una donna della città di Sunem era solita consultare di sabato il profeta Eliseo. (2 Re 4:22-25) Donne come Debora e Ulda furono impiegate da Dio come sue rappresentanti. È degno di nota che uomini preminenti e sacerdoti non esitassero a chiedere consiglio a queste donne. — Giudici 4:4-8; 2 Re 22:14-16, 20.


2. Accesso all’istruzione. Essendo incluse nel patto della Legge, le donne erano invitate ad ascoltare la lettura di quella Legge, il che dava loro l’opportunità di imparare. (Deuteronomio 31:12; Neemia 8:2, 8) Potevano anche ricevere addestramento per partecipare a certi aspetti dell’adorazione pubblica. Ad esempio, alcune donne probabilmente svolgevano un “servizio organizzato” presso il tabernacolo, mentre altre cantavano in un coro misto. — Esodo 38:8; 1 Cronache 25:5, 6.



Nell’antico Israele le donne prendevano parte alle attività commerciali

Molte donne avevano le cognizioni e le capacità necessarie per gestire una fiorente attività. (Proverbi 31:24) A differenza di altre nazioni di quel tempo, nelle quali solo il padre insegnava ai figli maschi, la madre israelita aveva il suo ruolo nell’educazione dei figli maschi finché questi non raggiungevano l’età adulta. (Proverbi 31:1) È evidente quindi che le donne israelite erano tutt’altro che ignoranti.


3. Onore e rispetto. I Dieci Comandamenti dicevano chiaramente: “Onora tuo padre e tua madre”. (Esodo 20:12) Nei proverbi del saggio re Salomone leggiamo: “Ascolta, figlio mio, la disciplina di tuo padre, e non abbandonare la legge di tua madre”. — Proverbi 1:8.


La Legge conteneva norme dettagliate che regolavano i rapporti fra persone di sesso opposto, norme che rivelano un certo riguardo nei confronti della donna. (Levitico 18:6, 9; Deuteronomio 22:25, 26) Un bravo marito doveva tenere conto dei limiti della moglie dovuti a fattori fisici e biologici. — Levitico 18:19.


4. Tutela. Nella sua Parola, Dio si descrive come “padre di orfani di padre e giudice di vedove”. In altri termini era Colui che tutelava i diritti di chi non poteva essere difeso da un padre o da un marito. (Salmo 68:5; Deuteronomio 10:17, 18) In un’occasione intervenne con un miracolo a favore della vedova di un profeta vessata da un creditore; questo le permise di sopravvivere e conservare la sua dignità. — 2 Re 4:1-7.


Prima che gli israeliti entrassero nella Terra Promessa, un capofamiglia di nome Zelofead morì senza avere avuto figli maschi. Le sue cinque figlie chiesero allora a Mosè di dar loro “un possedimento” nella Terra Promessa. Le istruzioni di Dio superarono di gran lunga le loro aspettative. Dio disse a Mosè: “Devi dare loro il possedimento di un’eredità in mezzo ai fratelli del loro padre, e devi fare in modo che l’eredità del loro padre passi a loro”. Da allora in poi le donne in Israele poterono ricevere un’eredità dal proprio padre e trasmetterla ai figli. — Numeri 27:1-8.


Travisato il punto di vista di Dio sulla donna


Sotto la Legge mosaica la donna aveva una posizione dignitosa nella società e i suoi diritti venivano rispettati. A partire dal IV secolo a.E.V., però, il giudaismo iniziò a risentire dell’influsso della cultura greca, che considerava le donne esseri inferiori. — Vedi il riquadro “La discriminazione della donna nei testi antichi”.


Ad esempio il poeta greco Esiodo (VIII secolo a.E.V.) imputava alle donne tutti i mali dell’umanità. Ne parlò come di una “genia funesta” e di un “grande flagello per i mortali”. * Questa idea prese piede nel giudaismo agli inizi del II secolo a.E.V. Il Talmud, redatto a partire dal II secolo E.V. (ovvero d.C.), avvertiva gli uomini di “non fare molte chiacchiere con le donne” per non essere indotti a peccare. *


Nel corso dei secoli questa diffidenza nei confronti delle donne ha avuto un profondo effetto sul loro ruolo nella società ebraica. Già al tempo di Gesù le donne che si recavano nell’area del tempio non potevano andare oltre il Cortile delle donne. L’educazione religiosa era riservata agli uomini e probabilmente nelle sinagoghe donne e uomini erano separati. Il Talmud cita un rabbi che afferma: “Chiunque insegna a sua figlia la Torah [la Legge] è come se le insegnasse delle oscenità”. * Travisando il pensiero di Dio, i capi religiosi ebrei instillarono in molti uomini il disprezzo per le donne.


Quando era sulla terra Gesù notò tali pregiudizi, che affondavano le loro radici nella tradizione. (Matteo 15:6, 9; 26:7-11) Si lasciò influenzare da essi? Cosa possiamo imparare dal suo atteggiamento verso le donne? Il vero cristianesimo ha nobilitato la donna? Il prossimo articolo risponderà a queste domande.


La discriminazione della donna nei testi antichi

Dal I secolo E.V. in poi, scrittori quali Filone di Alessandria iniziarono a reinterpretare la Genesi con l’aiuto della filosofia greca. Stando a Filone, la donna ha commesso un peccato di natura sessuale ed è stata quindi condannata a subire “la perdita della libertà e la tirannia dell’uomo che le vive accanto”. * Questo disprezzo per le donne si insinuò nel giudaismo, nonché negli scritti dei Padri della Chiesa.


Nel Midràsh Rabba, un testo ebraico del II secolo, un rabbi spiegò perché secondo lui la donna doveva coprirsi il capo: “È simile ad un uomo che abbia commesso un fallo e si vergogni davanti agli uomini”. * Il teologo Tertulliano, i cui scritti esercitavano una certa influenza già nel II secolo E.V., insegnava che la donna avrebbe dovuto andare in giro “come un’Eva afflitta e in penitenza”. * Questi insegnamenti, spesso erroneamente ritenuti di origine biblica, hanno contribuito grandemente alla discriminazione della donna.